Relazione sulla situazione energetica nazionale 2021

Il Ministero della Transizione Ecologica pubblica “Relazione sulla situazione energetica nazionale” redatta da un gruppo di lavoro appositamente costituito presso la Direzione Generale per le Infrastrutture e la Sicurezza dei Sistemi Energetici e Geominerari, formato da rappresentanze istituzionali e settoriali con esperienza riguardo ai temi trattati.

Nel 2020 gli effetti della pandemia hanno condizionato pesantemente gli scenari energetici internazionali: le quotazioni del petrolio hanno registrato un calo del 35%, con il Brent valutato sotto i 20$ al barile in aprile, generando un eccezionale surplus delle scorte. Prezzi in risalita nella seconda metà dell’anno. La domanda del gas naturale è calata del 2% trascinando i prezzi ai minimi dell’ultimo decennio. Il carbone, a livello mondiale, ha mantenuto un ruolo importante nella produzione di energia elettrica, con una quota del 38%, la stessa dell’anno precedente. La domanda di energia da fonti rinnovabili è cresciuta nonostante la pandemia.

A livello nazionale, nel 2020 l’economia italiana ha registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria. Il valore aggiunto complessivo dei settori produttivi si è ridotto in volume dell’8,6%: il settore energetico ha segnato una caduta più marcata pari al 10,0%.

La domanda primaria di energia (in termini di disponibilità energetica lorda) è diminuita per il terzo anno consecutivo, registrando una flessione del 9,2%. A fronte di una diminuzione del PIL dell’8,9% in termini reali, l’intensità energetica si è attestata a 91,3 tep/milione di euro, in lieve calo, rispetto ai 91,6 del 2019. Si registrano diminuzioni della domanda in tutti i settori: -16,1% nel petrolifero; -15,6% nell’energia elettrica; -4,4% nel gas naturale; -1,6% nelle rinnovabili; -26,8% nei combustibili solidi; -0,6% nei rifiuti non rinnovabili.

Tra il 2019 e il 2020, la composizione percentuale delle fonti energetiche sul totale della domanda primaria ha registrato un aumento del contributo del gas naturale (dal 38,5% al 40,6%), delle rinnovabili e bioliquidi (dal 18,7% al 20,2%) mentre è diminuito il ruolo del petrolio e dei prodotti petroliferi (dal 35,8% al 33,1%), dei combustibili solidi (dal 4,1% al 3,3%) e dell’energia elettrica (dal 2,1% al1’1,9%).

Si conferma la dipendenza del nostro Paese da fonti di approvvigionamento estere, sebbene in leggero miglioramento: la quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda, un indicatore del grado di dipendenza del Paese dall’estero, è diminuita passando dal 77,9% del 2019 al 73,4%. Le produzioni nazionali di fonti energetiche sono aumentate passando da 36.910 Ktep a 37.258 Ktep, di cui 26.985 Ktep provenienti da fonti energetiche rinnovabili (72% del totale).

Anche il consumo finale è fortemente diminuito (-8,4%). Diminuzioni si registrano per tutte le fonti energetiche: petrolio (-14,5%), carbone (-11,9%), gas naturale (-5,1%), energia elettrica (-5,9%) e rinnovabili (-5,0%). Rispetto al 2019, si registrano segni negativi in tutti i settori finali di impiego: trasporti (-15,7%), servizi (-9,4%), industria (-5,4%), residenziale (-2,5%), pesca (-0,9%).

La richiesta di energia elettrica è stata pari a 301,7 TWh (dati provvisori), in calo del 5,6% rispetto all’anno precedente, in flessione ancor più netta rispetto al -0,6% registrato nel 2019. A copertura di tale fabbisogno è stato confermato il primato della fonte termoelettrica tradizionale. La produzione nazionale lorda di energia elettrica è risultata in calo del 4,2%. Il maggior apporto alla produzione è rappresentato dal termoelettrico non rinnovabile che, in calo del 7,2% rispetto al 2019, ha continuato a rappresentare circa il 58,5% del totale dell’energia prodotta. Per la produzione da fonti rinnovabili, è stata registrata una sostanziale stabilità tra il 2019 e il 2020: infatti per la fonte idroelettrica da apporti naturali c’è stato un incremento dello 0,8%, la fonte eolica ha registrato un calo del 7,4% bilanciato da un incremento della produzione fotovoltaica del 5,3%. Riguardo agli impianti cogenerativi (generazione congiunta di calore ed energia elettrica) si è registrato nel tempo un loro incremento in controtendenza al calo degli impianti termoelettrici non cogenerativi: la quota della produzione cogenerativa si è attestata nel 2020 a 105,9 TWh contro i 77,3 TWh ottenuti da impianti di sola produzione di energia elettrica.

Le fonti rinnovabili hanno consolidato nel corso del 2020 il loro ruolo, con un’incidenza sui consumi finali lordi di energia intorno al 20%. L’incremento rispetto al dato 2019 (18,2%) è stato amplificato dalla pandemia, che ha generato una significativa contrazione dei consumi complessivi (in particolare nel settore dei trasporti).
Gli investimenti in nuovi impianti a fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica sono in calo rispetto a quelli rilevati nel 2019, con valori intorno a 1,1 miliardi di euro. Per il settore termico gli investimenti mostrano una lieve flessione, attestandosi intorno a 2,7 miliardi di euro. Le ricadute occupazionali legate alla costruzione e installazione degli impianti si attestano nel 2020 intorno a 7.700 Unità di Lavoro per le FER elettriche e a 24.100 per le FER termiche. L’occupazione legata alla gestione e manutenzione degli impianti esistenti rimane su livelli simili nei due anni presi in esame.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, i risparmi energetici conseguiti nel 2020 sono stati pari a 5,4 Mtep, consentendo di raggiungere un risparmio cumulato di 23,2 Mtep per il periodo 2014-2020. Per il raggiungimento dell’obiettivo di 25,5 Mtep di energia finale previsto dall’art. 7 della Direttiva Efficienza Energetica, sono stati consolidati molti degli strumenti impiegati negli ultimi anni come, ad esempio, i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per la qualificazione energetica degli edifici. Nel contesto di decarbonizzazione dell’energia, si segnala l’utilizzo della rete gas come vettore di energia rinnovabile, per mezzo di crescenti iniezioni di biometano, la cui produzione nazionale è passata dai 50 milioni di metri cubi del 2019 ai 99 del 2020. Si segnala anche la crescita del GNL come carburante nei trasporti pesanti che nel 2020 è pari a 165 milioni di metri cubi (+30 milioni di metri cubi rispetto al 2019). Si stima che oltre il 70% della rete dei metanodotti SNAM siano pronti a trasportare idrogeno. Nel 2020 si sono concluse con successo alcune sperimentazioni sia sul lato della produzione di idrogeno rinnovabile sia sull’adeguamento dell’infrastruttura gas per il trasporto. Nel 2020 i consumi finali di energia delle famiglie italiane ammontano a 47.092 Ktep (-9,6% rispetto all’anno precedente) spendendo 65 miliardi di euro (-17,8%). Il 64% dell’energia usata è per usi domestici (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda, uso cucina, illuminazione e funzionamento degli elettrodomestici) e il 36% per trasporto privato. In termini monetari, il 56% della spesa energetica è per uso domestico e la rimanente parte per il trasporto. Il valore aggiunto del settore energetico è calato del 10,0%: il settore della “fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata” ha subìto una contrazione dell’8,6% (in linea con la caduta complessiva dei settori produttivi), mentre il settore della “fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio” ha registrato un calo del 46,1%. In termini assoluti, a prezzi correnti, i due settori hanno generato un valore aggiunto pari a circa 28,8 miliardi di euro con un contributo al PIL pari all’1,9%. Il gettito delle imposte sull’energia in Italia è circa 40 miliardi di euro (il 5,3% del totale imposte e contributi sociali statali e il 2,5% del PIL), in diminuzione del 14% rispetto al 2019. Per oltre la metà si tratta dell’imposta sugli oli minerali e derivati (53%); la rimanente parte grava soprattutto sull’uso dell’energia elettrica (34%) e del gas metano (9%). Il differenziale fra i prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale italiani e quelli europei rimane positivo anche se è ripreso il processo di convergenza che si era interrotto nel 2018. Si conferma un significativo premio pagato dalle imprese italiane per l’energia elettrica e uno per il gas acquistato dalle famiglie (in leggera diminuzione). Per quanto concerne i prezzi dei carburanti, i prezzi medi industriali di benzina, gasolio e GPL sono risultati significativamente in calo rispetto all’anno precedente, in linea con gli andamenti delle quotazioni del greggio Brent, influenzate negativamente dalla pandemia Covid19. Di conseguenza, i prezzi al consumo si sono attestati anch’essi su valori inferiori all’anno precedente, risentendo della diminuzione della componente industriale e del lieve decremento indotto sulla componente fiscale attraverso l’applicazione dell’IVA.

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