Centro studi ANCE: deludente il 2017, positive sole le riqualificazioni edilizie

Secondo l’ANCE, il 2017 è stato per le costruzioni un anno di grande delusione. Il risultato è stato di un ulteriore lieve calo dei livelli produttivi (-0,1%), con una perdita complessiva dall’inizio della crisi del 36,5%.

Nel 2017 gli investimenti in nuova edilizia abitativa sono ancora negativi: -0,7%. Si osserva però un aumento delle compravendite (+4,5% nei primi 9 mesi del 2017) e dei
permessi di costruire per abitazioni (+11,7% nei primi 6 mesi del 2017). Nonostante questo aumento, il numero dei permessi di costruire rimane bassissimo, ai livelli del 1936.
A fare da traino sono gli investimenti per la riqualificazione del patrimonio abitativo che nel 2017 continuano il trend positivo in atto +0,5%. Un risultato che deriva principalmente dalla proroga del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l’efficienza energetica. Per quanto riguarda gli effetti del sismabonus, trattandosi di interventi complessi e globali, bisognerà attendere la metà del 2018

Su tale dinamica incide, in modo preponderante, il dato ancora fortemente negativo delle opere pubbliche, comparto che invece avrebbe dovuto trainare la ripresa degli investimenti in costruzioni, date le importati misure di rilancio per le infrastrutture previste dal Governo già nella Legge di Bilancio del 2017. Queste misure, tuttavia, non hanno decisamente prodotto gli effetti sperati, a causa dell’incapacità di tradurre in cantieri le risorse disponibili e per l’inefficienza nelle procedure di spesa da parte della Pubblica Amministrazione.
Il 2018 potrebbe davvero rappresentare l’anno di svolta per il settore delle costruzioni. La previsione Ance è di un aumento degli investimenti in costruzioni del 2,4% su base annua. Questo nuovo trend sarà guidato dal prolungamento della crescita del comparto della riqualificazione del patrimonio abitativo, dall’importante e atteso cambio di segno nelle opere pubbliche – dopo oltre un decennio di forti cali – e dall’auspicato recupero dei livelli produttivi nella nuova edilizia abitativa. A ciò si aggiunga il consolidarsi della ripresa del comparto non residenziale privato.

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