Certificazione FGas: il 50% delle imprese è certificato

La percentuale delle imprese certificate su quelle iscritte al Registro supera per la prima volta il 50%; solo qualche anno fa (2014) era ancora sotto il 30%. È quanto emerge dai dati Unioncamere – Ecocerved elaborati da CNA e riferiti ai settori della refrigerazione, del condizionamento d’aria ed alle pompe di calore.

La provincia di Bolzano, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia sono le regioni dove il rapporto supera di gran lunga il 50%, ma in generale al Nord, in Toscana e nelle Marche  il numero delle imprese certificate  è maggiore di quello delle aziende semplicemente iscritte al Registro.
Anche tra le persone,  secondo i numeri di Unioncamere – Ecocerved, prosegue la crescita della percentuale di quelle certificate sul totale delle iscritte. È un aumento più lento, anche perché siamo al 73%, ma costante nel tempo. Nelle due province trentine, in Friuli Venezia Giulia ed in Umbria si arriva a superare l’80%, soglia alla quale si avvicinano anche Lombardia e Veneto.
Come abbiamo evidenziato da tempo – sottolinea Carmine Battipaglia, Presidente Nazionale CNA Installazione Impianti – nonostante tutte le incertezze legislative persone e imprese  si continuano a certificare,  sobbarcandosi non indifferenti oneri burocratici ed economici. Se lo fanno è perché credono che questo mercato si debba qualificare ed il fatto che in questi anni siano totalmente mancati i controlli su chi opera abusivamente senza certificazione è la dimostrazione di come si sia maldestramente gestito questo provvedimento. Il risultato – prosegue Battipaglia – è che il prezzo lo stanno pagando le imprese, assolutamente non protette dalla concorrenza sleale, e la credibilità stessa del mercato”.
In questa già non rosea situazione diviene ancor più oscuro l’orizzonte del “nuovo” decreto f-gas che, in attuazione del Regolamento UE 517/2014, dovrà sostituire il DPR 43/2012 attualmente in vigore. Dati i ritardi nella sua emanazione, l’ on. Maria Chiara Gadda ed altri 16 deputati hanno presentato una interrogazione parlamentare per avere lumi sulla sorte e sui tempi di attuazione del decreto. Il Ministero dell’Ambiente ha risposto di aver avviato l’iter per la sua adozione e che lo stesso è all’esame della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo che il Decreto sarà approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si legge nella risposta del Ministero all’On. Gadda, “si potrà procedere all’elaborazione ed approvazione del relativo regime sanzionatorio”.
Tempi difficilmente prevedibili, dunque, con il problema che potrebbe passare al prossimo Governo: “Dato che ormai siamo già in campagna elettorale -conclude il Presidente degli impiantisti CNA – sarebbe opportuno che i vari schieramenti che si candidano a guidare il paese, tra le altre cose, ci facciano sapere anche cosa intendano fare per venire incontro alle richieste delle imprese, richieste  che in questo caso, si badi bene, si limitano solo a voler vedere rispettata la legge. Ma è ora anche che chi vuole governare si confronti finalmente con le ragioni e la realtà di un settore, quello impiantistico,  che vede 150.000 imprese occupare 500.000 lavoratori”.

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