A distanza di otto anni, il Ministero dell’Ambiente ha trasmesso al Parlamento la nuova Relazione sullo stato dell’ambiente in Italia. Il documento rappresenta un aggiornamento sui principali indicatori ambientali dell’Italia.
Scrive nella prefazione il ministro Gian Luca Galletti:
L’Italia che emerge da questa disamina è un Paese saldamente incardinato nel sistema di tutele ambientali definito dall’Unione europea, che è probabilmente il più attento e completo del mondo. In questo ambito segniamo molti punti positivi, essendo gli unici fra i “grandi” d’Europa a non avere il nucleare come componente strategica (in alcuni casi assolutamente maggioritaria) del mix energetico. Siamo fra i sistemi-paese con la più alta efficienza energetica, abbiamo performance nelle rinnovabili che non solo ci pongono ai vertici del continente, ma ci collocano all’avanguardia a scala mondiale.
Nelle quasi mille pagine del Rapporto, abbiamo enucleato alcuni dati che dimostrano come il problema della riqualificazione energetica degli immobili sia di grande attualità.
Nel solo 2014, il fabbisogno energetico lordo, in Italia, è stato di 166,43 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep). Mentre in alcuni casi c’è stata una riduzione della domanda energetica, il settore edifici, che include anche le abitazioni residenziali, ha aumentato anno dopo anno la sua richiesta di energia (+36% dal 2000 al 2013). In particolare l’agricoltura e i trasporti hanno subito un calo pari al 6%, mentre nel comparto industriale la diminuzione di domanda energetica ha superato il 28%. A fronte di queste variazioni negative dei settori produttivi, prettamente legate al mutare della congiuntura economica, il settore edifici occupa ora il primo posto nella domanda energetica del Paese.
Fortunatamente, dal 2005, la tendenza del fabbisogno energetico appare nel suo complesso decrescente, con valori minimi raggiunti nel 2014. Poiché esiste una stretta relazione tra consumo di energia e livello di crescita economica, tale tendenza può essere in gran parte attribuita all’impatto della crisi economi ca che ha generato un persistente rallentamento della crescita del PIL.
I fattori che influenzano il livello di pressione ambientale, dovuta alla componente energia, sono molteplici e, nel corso del tempo, il Paese ha di fatto cercato di contenere gli impatti, attuando una serie di politiche e strategie, che in ultima analisi fanno leva sulla variazione del mix energetico, sulla variazione della bilancia commerciale energetica e sul contenimento dei consumi finali.
Grazie all’introduzione di nuove tecnologie di produzione basate sullo sfruttamento di fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, le biomasse e l’eolico, l’Italia è riuscita a ridurre i livelli di emissioni di gas serra pur soddisfacendo la domanda di energia del Paese. Le fonti rinnovabili, che includono anche l’idro-elettrico, hanno consolidato nel corso degli anni il loro ruolo nella strategia di produzione energetica nazionale, sia per la produzione di energia elettrica che per la produzione di calore (riscaldamento).