Rifiuti, investimenti per 2 miliardi di euro nei prossimi 3 anni secondo CRIF Ratings

CRIF Ratings ha svolto un’analisi campionaria sui dati di bilancio dei principali gestori ambientali industriali (circa ottanta) nonché dei dati di finanza pubblica relativi al gettito da tributo sui rifiuti riportati nei bilanci comunali del 2016. Secondo CRIF Ratings, l’utilizzo dei flussi finanziari generati negli ultimi 3 anni dall’aumento della marginalità e l’uso della leva finanziaria potrebbero generare risorse per investimenti per 2 miliardi di euro nei prossimi 3 anni, pari a 25 euro pro capite.

In generale, i ricavi dell’intero campione nel quadriennio 2013-2016 mostrano segnali positivii. Il tasso di crescita annua media (CAGR) del 4%, passa da 5 miliardi di euro del 2013 a 5,6 miliardi di euro del 2016. L’area che mostra il maggior incremento è il Sud (CAGR 6,3%) pur rappresentando solo circa il 15% dei ricavi totali. Il Nord-Est ha incrementato i sui ricavi del 5% Il Centro è in linea con il dato nazionale. In controtendenza il Nord-Ovest, dove il CAGR si è attestato a poco più dell’1%.

All’analisi dei risultati si è affiancata l’osservazione relativa alla presenza di impianti del gestore, quali:

  • discariche,
  • inceneritori,
  • trattamento meccanico biologico,
  • compostaggio, ecc.

Dall’analisi emerge che i gestori che presentano impianti hanno visto i loro ricavi crescere in maniera più decisa rispetto alla media nazionale, e pari a circa il 6%. Molto modesta invece la crescita di quegli operatori che non posseggono impianti (tasso di crescita annua media, CAGR inferiore all’1%).

L’identikit del gestore best performer dal punto di vista della marginalità (EBITDA margin) individua il territorio tra le regioni del Centro-Nord, un fatturato superiore ai 100 milioni di euro e la presenza di impianti nell’attivo patrimoniale. L’EBITDA margin medio a livello nazionale è del 15% e risulta essere inferiore del 36% nelle regioni del Sud, del 16% in gestioni con fatturato inferiore ai 100 milioni di euro e del 4% nel caso di gestori senza impianti.

Gli investimenti pro capite tra il 2015 e il 2016 in Italia sono stati pari a  16 euro, sebbene con differenze sostanziali tra le diverse macro-aree. Il Nord-Est mostra un dato superiore alla media nazionale del 100%. Il Nord-ovest resta molto vicino alla media mentre il resto d’Italia risulta essere molto distante. Il Centro è inferiore del 30% e il Sud è inferiore addirittura di più del 50%. Queste differenze trovano conferma anche nella percentuale di raccolta differenziata. Queste percentuali premiano il Nord (Nord-Est vicino al 70% e Nord-Ovest a circa il 60%).

Tariffazione puntale e tributo

Passando al tema della finanza pubblica, solo il 10% dei Comuni Italiani ha adottato una tariffazione di tipo puntuale. Nel resto dei Comuni c’è il tributo. Sebbene entrambi gli schemi si basano sul principio del “chi inquina paga” nel caso dello schema a tributo:

  • il corrispettivo dovuto dall’utenza è legato solo ad elementi che esulano dall’utilizzo del servizio (superficie e componenti del nucleo familiare);
  • il rischio del mancato incasso pesa sulle casse comunali.

Nel triennio 2014-2016 i Comuni italiani hanno riscosso solo l’80% dell’accertato. Ciò ha causato un ammanco medio di circa 1,7 miliardi di euro.

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